Anche questa terza edizione del concorso si è conclusa.
Ringraziamo tutti voi numerosi partecipanti e l'intera giuria (Giada Di Pino, Erika Donzella, Daniela Melis, Ilaria Pavone, Carlo Albarello, Claudio Orlandi) coordinata da Elisabetta Siotto @eli_zabeth__25 e l'associazione Paensieri per aver preziosamente collaborato e reso compiutamente possibile questa terza edizione del concorso di poesia "La parola vista".
Annunciamo ora le tre migliori poesie di questa edizione con le relative motivazioni di giuria.
1) POESIA PRIMA CLASSIFICATA
Il primo posto è stato assegnato alla poesia A mio padre di Riccardo Cantagallo per la forza espressiva del linguaggio, e per l’intensità con cui le immagini delineano le tracce di un legame padre figlio dai contorni burrascosi. I versi sciolti e il ritmo incalzante trovano nel rosso dell’inchiostro e nel flusso di sangue che attraversa il corpo del/la poeta un colore capace di contenere, con forza, tutti gli elementi di chi soffoca, in silenzio, la rabbia. Le immagini del componimento attraversano un corpo che dall’ampiezza del petto si riduce al microcosmo di un capillare silenzioso. Da quel microcosmo la poesia ritrova un climax ascendente, abbraccia ancora il corpo, sintetizzando un grumo di sensazioni pulsanti nell’immagine di “gengive sanguinanti” ereditate, frammento che diventa sineddoche dell’intero componimento. Con uno stile deciso e pulito, la poesia colpisce immediatamente il lettore, divenendo specchio di un sentimento contraddittorio comune, di quell’archetipico di Odio e Amore che stringe padri e figli.
Un particolare ringraziamento Marika Melania Menta @marikamelamenta per la lettura del testo e Ilaria Pavone @ilariamaii per la realizzazione del video. A breve pubblicheremo anche l'intervista con l'autore.
A mio padre (di Riccardo Cantagallo)
Sono qui, guardami
con l’inchiostro rosso
traccio il battito cardiaco
annoto i flussi di sangue pompato
che mi percorrono da petto a piedi.
Annego nell’anfratto infinitesimale
di un capillare e taccio:
del tuo orgoglio di fuoco
ereditai le gengive sanguinanti.
2) POESIA SECONDA CLASSIFICATA
Il secondo posto è stato assegnato alla poesia Elicriso di Marcella Usai, per la capacità dell’autrice di raccogliere in frammenti significativi gli anfratti arcaici e selvaggi di un’isola. L’elicriso, un fiore piccolo e selvatico, diventa gancio poetico di uno scorcio costiero, ma la forza centrifuga delle immagini spinge lo sguardo del lettore verso l’interno, verso l’anima ancestrale della Sardegna, di cui rievoca spiriti e popoli antichi, mitologia e riti collimanti in un “passo a tre” dedicato alle anime degli antenati. Le allitterazioni scivolano in un sibilare frusciante, il suono condensato infrange le rocce solide dei Menhir, insegue il popolo delle stelle e gli scialli che si adagiano sulle loro spalle. Il ritorno all’elicriso è circolare, distende il ritmo serrato della poesia, scioglie in barlumi d’oro il mistero di una Sardegna riecheggiata e mai nominata.
Elicriso (di Marcella Usai)
Dolce elicriso
il seme tuo lo sa
com’é bello tuffarsi
nel cuore della vita
prenderne a piene mani
ed elargire essenze
a stordire i forestieri.
Ninfa di sole e oro
da un pertugio di roccia
allarghi il cielo
in un rito di fortuna ancestrale
all’orizzonte è il mare.
Anime randagie di S’ard
sacri progenitori
volteggiano
sotto scialli di stelle
tra le fauci della notte
ai piedi dei menhir.
In dorate ghirlande
d’ermafroditi stimmi
vibrano un canto.
L’eterno si rinnova
riflesso in pupille a piombo
d’un superbo muflone.
Oh elicriso!
in un "passo a tre"
accompagni l’alba
restituendo al mondo
i biondi toni
dei tuoi perenni fiori
simbolo di tenacia
tra sassi incastonati
orgoglio di Sandalia.
3) POESIA TERZA CLASSIFICATA
Il terzo posto va a Risurrezione di Francesca Rivolta, per la brevità densa di significato e la forte contrapposizione semantica dell'oggetto poetico. La forza del componimento è costruita attorno all’ossimoro Vita/Morte, in un Essere e Non essere storicamente fondato, che scioglie l’antitesi nella compresenza dei due momenti. La Risurrezione di un popolo e l’intensità della vita dopo la morte in Israele, adducono ermeticamente a una valenza politica e storica di queste poche e selezionate parole, elementi che rendono il componimento degno del podio.
Risurrezione (di Francesca Rivolta)
Israele.
Dove la Morte mi disse:
-Voglio nascere.-
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